INFANZIE DAL PASSATO

L' ANTICO EGITTO

Eccoci arrivati alla seconda parte della rubrica dove vi racconterò, in collaborazione con il British Museum, come sarebbe stata la vostra infanzia se foste nati in mezzo a piramidi e faraoni. Sì avete indovinato! Sto parlando dell' Antico Egitto. 

Per prima cosa vi parlerò dell' abbigliamento dei bambini e delle loro acconciature: in dipinti e bassorilievi egiziani, essi venivano raffigurati nudi, visto il clima del paese africano, anche se di notte le temperature si abbassavano bruscamente.

Gli archeologi non sanno (per ora) ancora rispondere se i figli maschi indossassero il costume adamitico fino a 12 anni o se questo era solo un modo per distinguerli dagli adulti.

Si pensa che anche i figli di servi e schiavi, anche in occasioni speciali, si presentassero in pubblico senza vestiti.

Comunque, a giudicare dai ritrovamenti archeologici, una cosa è chiara: gli abiti per bambini, anche se di tanto in tanto andavano in giro nudi,  esistevano!

Alcuni dipinti risalenti al Medio Regno, ad esempio, mostrano bambini che indossano abiti identici a quelli dei loro genitori: una bambina di nome Niuty portava ad esempio una blusa a maniche lunghe con lo scollo a v e una piccola gonna. Il vestito è stato scoperto nell’ 82 a Saqqara, nella tomba della piccola.

Per quanto riguarda invece le pettinature dei capelli, sia maschietti che femminucce li avevano o totalmente rasati oppure raccolti in una treccina che scendeva sul lato destro del capo e terminava con un grande ricciolo rivolto all' esterno. Un'altra acconciatura diffusa consisteva in una chioma rasata con tre ciuffi al centro.

I bambini appartenenti a famiglie di alto rango invece indossavano parrucche di capelli..veri!!. Fino a qualche tempo fa si pensava fossero fatte in lana di pecora. una di esse è conservata al British Museum.

Nelle famiglie meno abbienti , era la madre a prendersi cura della prole, mentre in quelle ricche e nobili erano affidati a balie e domestici.

I bambini iniziavano ad aiutare i genitori già da piccolissimi: alcuni dipinti ci mostrano bambine che si prendono cura dei fratellini e come delle madri in miniatura li portavano dentro un marsupio.

Il compito di aiutare la famiglia riguardava anche i maschi: in una specie di antico sussidiario si spiegava addirittura come un panettiere, per cuocere il pane, dovesse essere tenuto dal piccolo per i piedi.

I piccoli egizi inoltre avevano il compito di  pascolare le pecore, accudire le mandrie e tenere puliti i recinti dagli escrementi del bestiame. 

Alcuni lavori erano considerati esclusivamente maschili o femminili e più si andava avanti con l’età più diventavano impegnativi:

3 ANNI

MASCHI:

FARE LA SPESA

FEMMINE:

GOVERNARE GLI ANIMALI

7 ANNI

MASCHI:

SCAVARE PER PIANTARE I SEMI

FEMMINE:

CUCINARE

12 ANNI

MASCHI:

AGRICOLTURA

FEMMINE:

CURA DEI PICCOLI

 

 Ovviamente questi compiti erano praticati  di norma solo in famiglie povere. In quelle nobili c' erano schiere di servi e schiavi a cui si assegnavano i lavori pesanti.

Anche i piccoli egizi possedevano amici animali: erano animali selvatici addomesticati come scimmie, babuini, gazzelle, uccelli, sciacalli e perfino leoni, ma anche animali che abbiamo oggi nelle nostre case come pesci, cani e gatti che essi adoravano come divinità e mummificavamo come se fossero persone.

L' istruzione scolastica era prevista solo per rampolli maschi delle famiglie di alto rango, le bambine venivano educate tra le mura domestiche.

I mezzi di trasporto più diffusi per andare a scuola erano barche sul Nilo,  asini o si andava direttamente a piedi.

I carri erano posseduti solo dai nobili e dai soldati per usarli in guerra.

A meno che non si nascesse in una famiglia importante, l' educazione dei figli spettava al padre ed era per di più un apprendistato per imparare il mestiere di famiglia.

I piccoli provenienti da famiglie reali, di nobili e di alti funzionari avevano il privilegio di frequentare la scuola del principe,   dove si imparava lettura e scrittura, storia, matematica, geografia, astronomia, medicina e persino come andare su una specie di skateboard.

I ragazzi, una volta divenuti più  grandicelli,  entravano in scuole dove si insegnavano mestieri prestigiosi, come quello dello scriba.

Nella terra dei faraoni la disciplina era molto severa per i bambini: scrivevano la stessa frase su interi rotoli di papiro, ricevevano vergate sulle mani, sculacciate. anche mentre si giocava con gli amici non si scherzava e le penitenze includevano essere legati, trascinati per i piedi, ricevere pugni sul naso o calci negli stinchi.

A proposito di giochi e divertimenti,  i bambini adoravano nuotare nel Nilo, giocarci e andare in barca. Anche la lotta era molto praticata. Lo era anche la pesca, il sollevamento pesi, l' atletica, canoa e ginnastica acrobatica.

Ci sono giunte anche testimonianze di giochi e svaghi praticati sia da bambini sia da adulti . Dato il clima del luogo,  erano diffusi giochi all' aperto come in tiro alla fune, cavallina e giochi con la palla: esse erano fatte di papiro, pelle o corda, infatti la giocoleria era molto in voga.

Quanto ai giochi di società,  anche gli Egizi li amavano, specialmente il senet: si giocava in due su una scacchiera. In base al punteggio ottenuto lanciando quattro legnetti, i giocatori muovevano le proprie pedine. Vinceva chi riusciva a portarle tutte fuori dalla scacchiera.

Eccoci giunti alla fine della nostra puntata nella terra dei Faraoni! Non perdetevi la prossima sull' Antica Grecia! Alla Prossima!

 


SPIAGGE NASCOSTE D' ITALIA

PUGLIA

 

La Puglia è una delle regioni più belle del nostro profondo Sud, resa celebre dai numerosi film del comico Checco Zalone. Ma essa è molto più di una location cinematografica: è infatti sede di tante spiagge meravigliose, alcune poco frequentate e conosciute, ma tutte da scoprire.  Le ho elencate una ad una e vi inviterei a farci un salto l' estate prossima.  

1.La Spiaggia delle Conchiglie nella Riserva di Torre Guaceto

Si trova sulla costa dell’Alto Salento a 6 km da Carovigno e 10 km da Brindisi.

Ricca di conchiglie, è inserita nell’area di protezione A dell’ Area marina di Torre Guaceto. Questa spiaggia è un’isola deserta anche ad Agosto.

Offre la possibilità di sentirsi isolati dal mondo, di camminare tra le dune e scoprire calette deserte. L’intera riserva offre ben otto km di spiagge.

La Riserva è una delle 16 aree protette più belle al mondo.

In particolare, i fondali sabbiosi e la flora marina costituiscono un ecosistema in perfetto equilibrio che permette il proliferare di numerose specie animali, un ecosistema tra i più ricchi dell’intero Mediterraneo. Meraviglioso fare Snorkeling.

La bellezza selvaggia dell’oasi rende questo luogo la location ideale di film e artisti. Proprio qui sono state girate alcune scene del film “Tolo Tolo” di Checco Zalone ed il videoclip ‘Bruciare per te’ della cantautrice italiana ‘Elisa’.

2. Torre Pozzella – Quinta caletta dopo la torre

Una piscina naturale tra le rocce ed una sabbia quasi bianca. L’acqua è verde, il paesaggio è selvaggio tra il verde del mirto e la terra rossa. Si trova a 6 km dal centro storico di Ostuni, la ‘Città Bianca’. La spiaggia è adatta ai bambini perché il fondale è basso e il mare non è mai mosso. L’accesso è comodo, il parcheggio è ampissimo e a dieci metri dal mare. Man mano che ci si avvicina alla spiaggia si ha la sensazione di essere in un luogo magico, mare cristallino e tanta, tanta, quiete.

3. Isolotti di Apani

Apani è la spiaggia che tutti si aspettano in Agosto, selvaggia, con delicata brezza marina e tratti di spiaggia talmente intimi da sentirsi come naufraghi in una isola deserta.

Le falesie, gli scogli, le rocce, l’acqua pulita e limpida ed una estensione infinita di spiaggia, da farci km a piedi. Qui ci si sente proprio come Robinson Crusoe.

Apani si trova a 9 km da Brindisi, sulla litoranea per Egnazia e la via Traiana

4. Costa Merlata

Come i merli di un castello medioevale. Un susseguirsi di calette con poca gente. Alcune completamente deserte. Pochi servizi ma è la natura a servire un angolo di macchia mediterranea nella quiete più totale. E’ presente una sorgente di acqua freddissima e dolce conosciuta dai bagnanti per rinfrescarsi. Per gli amanti della pesca del polipo un vero paradiso. I colori del mare passano dal verde al blu profondo.

Frequentata in prevalenza da persone del luogo, si riesce a trovare un angolo tranquillo anche a Ferragosto. Il mare scende in modo graduale e quindi ideale per chi ha bimbi piccoli.

 


THE MOVEMENT GOOSE GAME

LEVEL: BASE (DA 10 ANNI)

Ciao a tutti, ragazzi! In questo numero vorrei proporvi un gioco da tavolo molto particolare. Sì avete indovinato! Dal titolo ricorda il classico Gioco dell' Oca a cui tutti noi da piccoli abbiamo giocato almeno una volta nella vita...con una piccola differenza: in questa versione tutta in inglese dovrete imitare o eseguire i movimenti illustrati nelle caselle. Per questo vi serviranno anche alcuni oggetti: una palla, sei sedie e delle bottiglie di plastica vuote. Visto che il gioco è anche e soprattutto un modo per imparare la lingua in maniera stimolante e divertente,  alla fine del gioco procuratevi anche un dizionario online, imparate i termini nuovi presenti nelle caselle e...perché no? Usateli nella vita quotidiana! Buon divertimento! 

 

 

 

 


                                           GALLINE IN FUGA

Quando frequentavo le scuole elementari un giorno sono andata al cinema con la classe a vedere lo splendido film della Dreamworks Galline in Fuga. Evoca così tanti ricordi d'infanzia che ho deciso di riproporne la visione a grandi e piccini. Esso è ambientato in un allevamento-lager di galline antropomorfe, gestito dai crudeli coniugi Tweddy, che vedono in loro soltanto una fonte di guadagno. Un terribile giorno i proprietari dell' allevamento, accorgendosi che con le uova deposte dalle galline non si guadagna abbastanza denaro, progettano e costruiscono una macchina mostruosa che ha il compito di macinarle e trasformarle in tortini di pollo. Ginger, la più intelligente e sveglia di tutte le sue compagne, pensa a quanto sarebbe bello fuggire da quell' orribile posto ed essere libere in campagna, dove non ci sarebbero umani a sfruttarle. Il loro destino sembra segnato perchè, appena passano sotto il filo spinato, vengono rispedite indietro dai loro padroni. Un giorno, vicino al pollaio, atterra Rocky, un gallo americano spaccone ma dal cuore tenero, fuggito da un circo. Incredibilmente, egli è in grado di volare e decide di insegnarlo anche alle galline, in modo che riescano finalmente a realizzare il loro sogno di libertà. Ginger all' inizio non accetta gli spericolati modi di fare di Rocky, ma quando questi la salva dalla macinatrice dei suoi allevatori, comincia a nascere l'amore tra i due. Ginger, dopo essere stata salvata da Rocky, scopre che lui le ha ingannate dicendo loro di saper volare, mentre in realtà è stato sparato in aria dal cannone del circo per il quale lavorava. Rocky decide di andarsene lasciando la gallina ai suoi sogni ad occhi aperti. In assenza del gallo, le speranze di imparare a volare si infrangono e le nostre gallinelle chiedono aiuto a Fowler, un vecchio gallo ex mascotte della Royal Air Force che progetta e costruisce un aereoplano a pedali per poter fuggire. Rocky intanto, capendo che la sua amata è in grave pericolo perchè inseguita da Mrs Tweddy, la raggiunge e si fà perdonare. Alla fine, le nostre galline sconfiggono la malvagia allevatrice e realizzano il loro sogno di libertà in campagna, dove riescono finalmente a vivere in pace.


                                              IL GIARDINO SEGRETO

Se amate le storie di mistero e in contemporanea stare immersi nella natura e nel verde, questo romanzo si addice proprio a voi! E' scritto da Frances Hodgson Burnett e ha come protagonista Mary Lennox, una bambina di dieci anni smorfiosa, egocentrica e viziata, nata in India, trascurata dai genitori e allevata dalla servitù locale. Quando un' epidemia di colera stermina la sua famiglia, ella viene prima affidata temporaneamente alle cure della famiglia di un reverendo povero con cinque figli, poi è costretta a trasferirsi nel castello di Misslethwaite situato nella brughiera londinese, abitato da suo zio Archiebald Craven, descrittole come un uomo orribile e gobbo. Giunta nella sua nuova casa, Mary fa conoscenza di tanti nuovi amici: Martha, la bambinaia che le dà una bella lezione di autonomia, Ben Wheatherstaff, il giardiniere con un pettirosso per amico e Dickon Sowerby, uno degli undici fratelli di Martha, una specie di incantatore di animali. Alla bambina capita spesso di sentire un pianto in corridoio e chiede spiegazioni alla bambinaia, ma ella banalizza l'accaduto dando la responsabilità al rumore del vento. Siccome Mary non le crede, una notte decide di avventurarsi da sola lungo il corridoio per scoprire a chi appartenga il pianto e da dove venga quel rumore: scopre che a piangere è suo cugino Colin, suo coetaneo che le è stato a lungo tenuto nascosto per via della sua patologia alla schiena che secondo lui presto lo renderà gobbo e lo farà morire. La cugina non si fà intenerire dalle sue crisi isteriche, dal suo pessimismo e dai suoi modi di fare manipolatori e lo porta nell' enorme giardino insieme a Dickon e ai suoi animali per fargli riacquistare l'ottimismo e la gioia di vivere. Grazie alla bellezza della natura e alle passeggiate in giardino, il bambino guarisce miracolosamente, ma decide di tenere nascosta al dottore e al padre la sua guarigione per fargli una sorpesa. Il libro si conclude con il padre di Colin che torna a Misslethwaite, trova Colin che finalmente guarito riesce a camminare e il giardino riaperto dopo dieci lunghi anni.


DALL' INFERNO SI RITORNA

Spesso quando si sente la parola "genocidio" viene subito in mente la Shoah, lo sterminio degli ebrei e di tante altre persone scomode al regime nazista. Ma nel 20° secolo non è stato di certo l'unico! Nel 1994 venne perpetuato il genocidio del popolo del Ruanda, compiuto dagli hutu estremisti ai danni dell' etnia tutsi e degli hutu moderati, giustiziati come traditori se uno di loro salvava la vita agli "scarafaggi". Una delle poche testimonianze giunte in Italia è quella di Bernice Byarinama detta Bibi, che si è raccontata alla giornalista nostrana Christiana Ruggeri in questo libro di straordinaria rinascita e resilienza. Bibi ai tempi del massacro ha solo cinque anni ed è orfana di padre caduto in guerra con il Fronte patriottico ruandese quando la bimba ha solo quattro anni. La sua vita, nonostante tutto, scorre serena, circondata dall' affetto della mamma, della zia, dei cuginetti, del fratellino e del nonno per il quale stravede. I grandi cercano di proteggere la piccola da ciò che sta accadendo alla loro etnia, ma un giorno i miliziani estremisti sfondano con un calcio la porta di casa, uccidendo la sua famiglia in una carneficina da cui è la sola sopravvissuta. Ferita gravemente ad un braccio, viene portata in ospedale da Joseph e sua moglie, i suoi vicini di casa, che la forzano a mentire dicendo di essere loro figlia e una hutu scambiata per una tutsi. Verrà salvata persino da Mama Lucy, la moglie di un colonello genocidiario che le farà superare il confine con lo Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo). Giunta sotto un albero, incontra Gerard, un ragazzo ventunenne dialogatore dell' Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, che la porta al centro per lavarsi e le dà un vestitino nuovo. Bibi non ce la fa più a mentire e vuota il sacco con Gerard, che sarà costretto a malicuore a riportarla in Ruanda, perchè i miliziani condannano oltre i tutsi e gli hutu moderati anche chiunque aiuti i profughi. Ritornata nel suo Paese, Bibi viene portata dall' Unicef in un orfanotrofio gestito dalle suore salesiane. Non è per niente soddisfatta del posto, ma stringe una tenera amicizia con suor Celeste che le dirà la cruda verità: anche se Dio non potrà mai far tornare indietro i suoi famigliari, essi continueranno a guardarla dal Cielo, ma se lei riuscirà a riscattarsi e a costruirsi un futuro Bibi continuerà a vivere anche per loro. Un sogno che diventerà realtà grazie al progetto di sostegno a distanza (Progetto Ruanda) con il quale Bibi riusce a realizzare il suo sogno di diventare medico e a tornare vincente dall' inferno che ha vissuto. Una rara e toccante testimonianza su uno dei più atroci massacri della storia contemporanea che, nonostante la sua drammaticità, possiede anche momenti di calma e profonda commozione. Per non dimenticare!


ARTHUR E IL POPOLO DEI MINIMEI/ARTHUR E LA CITTA' PROIBITA

Chi non ha mai letto da bambino la saga di Arthur e i Minimei scritta dallo scrittore francese Luc Besson ? Se di loro volete leggere sul mio giornalino dovere andare! Ho scoperto questa serie di romanzi alle elementari dove un mio compagno l'ha presentata alla classe e adesso che sono cresciuta ho deciso di avventurami anch'io nel loro mondo fantastico. Il protagonista della saga è Arthur, un bambino di dieci anni avventuroso e curioso che trascorre le vacanze estive presso la nonna che da quattro anni non ha più notizie del marito Archibald, che sembra sia scomparso del nulla. Il nipotino ascolta sempre affascinato le avventure riguardanti il nonno e su cui si diceva che che aveva incontrato durante i suoi viaggi in Africa la tribù dei Bogo Matassalai con indigeni alti due metri. In più egli si era avventurato nel minuscolo mondo dei leggendari Minimei, amici del popolo africano, alti solo due millimetri. Il giorno del suo complenno un imprenditore strozzino e speculatore di nome Davido si presenta a casa della nonna che a causa dei troppi debiti dovrà vendere tutti i suoi beni mobili ed immobili, compresi i souvenir di Archibald. Arthur è convinto di poter salvare la casa dal perfido magnate grazie al tesoro di rubini nascosto dai Minimei. Egli si mette a decifrare la mappa con gli indizi lasciti da suo nonno, mettendoli in pratica: sentire il nome di Shakespeare,contare dieci lune piene sul calendario, girare il rubinetto del vecchio calorifero per quante lettere compongono il suo nome e fare un quarto di giro verso sinistra per quanti sono i suoi anni. La mappa include anche di usare come chiave oggetti di uso quotidiano, come un magnete, una canna da pesca e della statuette africane di ceramica appartenute al nonno. Arthur, mentre porta in giardino le statue, inciampa per colpa del suo cane Alfred, e come per magia dalle statue rotte appaiono di fronte a lui i Matasallai che lo avvertono che il mondo dei loro amici Minimei è in pericolo e lui è l'unico che può salvarlo dai loschi piani di Maltazard il Malvagio, il cui nome non deve pronunciare mai perchè le minuscole creature credono che porti sfortuna. Attraverso un cannocchiale magico il bambino, girando i tre anelli che rappresentano il primo il corpo, il secondo la mente e il terzo l'anima, riesce a restringersi nelle dimensioni e nelle caratteristiche di un Minimeo e ad entrare nel minuscolo villaggio governato da Sifrat, re del minuscolo popolo e padre di due figli, il principe Bétamèche e la Principessa Selenia, una ragazza orgogliosa, smorfiosa e vendicativa. Mentre Arthur parla al cospetto del sovrano e pronuncia per incidente il nome di Maltazard, il villaggio viene attaccato dagli Accoliti, i soldati del malvagio antagonista che vogliono rapire Selenia per vendicarsi. Arthur mostra subito il suo coraggio facendo ritirare i soldati nemici e salvando la principessa dalle loro grinfie. Dopo questo imprevisto Arthur, il principe e la principessa partono su una noce volante diretti verso Necropolis, la città dove dimora Maltazard da cui nessuno è mai tornato vivo. Mentre sono in volo, un calabrone si avventa contro il mezzo di trasporto intrappolando i tre ragazzi finchè Selenia spezza il guscio con la spada magica destinata ad Arthur, che non possedendo sentimenti di odio e vendetta è l'unico che può estrarla dalla Roccia dei Saggi. A causa della presenza delle cascate di Satana, il viaggio dei tre protagonisti prosegue obbligatoriamente a piedi. Arthur impara a conoscere la cultura Minimea e incomicia ad innamorarsi di Selenia che si incammina verso la città proibità in cui Maltazard ha ridotto gli abitanti in schiavitù. I tre, scoperti, vengono rinchiusi in prigione, dove Arthur ritrova il nonno scomparso felicissimo di riabbracciarlo dopo tanti anni. Quando l' antagonista li fa uscire di prigione per mostrargli il suo congegno malvagio per inondare il villaggio dei Minimei e iniziare il conto alla rovescia, i tre amici fuggono a bordo della macchinina regalata ad Arthur dalla nonna per il suo compleanno. Tornati al villaggio sani e salvi, i tre amici si lasciano commossi promettendo di rivedersi. Tornato umano, Arthur fa deviare l'onda inviata da Maltazard, che purtroppo riesce a fuggire. Felice di aver finalmelte recuperato il tesoro di rubini, egli scopre la vera identità di Davido: l'uomo è in realtà un ladro vecchio conoscente di Archibald che era già a conoscenza della presenza di un tesoro in giardino e tramava di impadronirsene. Il libro si conclude con l' arresto di Davido e con Arthur che in camera sua aspetta con ansia la prossima luna per rivedere l'amata Selenia.

IL DOLORE DI MALTAZARD


                                 MIRACOLO A MILANO

Dopo tanti film visti diretti da Vittorio De Sica non particolarmente profondi ed emozionanti, eccone finalmente uno che merita il massimo dei voti e di essere rispolverato e rivisto: si tratta del film neorealista Miracolo a Milano. Esso narra le vicende di un giovane milanese di nome Totò trovato (come in una delle classiche bugie che gli adulti usano per spiegarci la nostra nascita) in un orto di cavoli da un' arzilla vecchietta di nome Lolotta, che lo accoglie in casa sua e lo cresce coprendolo d'amore e insegnandogli le tabelline. Purtroppo la sua mamma adottiva si ammala e muore lasciando il bambino solo al mondo. Egli viene affidato alle cure di un orfanotrofio da cui esce ormai maggiorenne. Un giorno rimane colpito dalla vista di un vagabondo infreddolito che lo invita a trascorrere la notte a casa sua. Totò scopre che altro non è che una tenda recuperata da un bidone dell'immondizia. Egli, rimasto colpito da come gli abitanti della baraccopoli di periferia si accontentino di poco (anche di un semplice raggio di sole che utilizzano per scaldarsi), decide di migliorare come può le condizioni di quella povera gente, costruendo delle baracche di legno e stringendo con loro un saldo legame di amicizia. Scavando per caso nel terreno su cui è situata la baraccopoli, gli abitanti scoprono che esso nasconde una vera fonte di petrolio. Il magnate industriale Mobbi, capo della ditta omonima, lo viene a sapere intrufolando una spia ed è intenzionato ad acquistare il terreno. Accompagnato dai carabinieri, ordina ai poveri di sloggiare. In soccorso a Totò e ai suoi amici viene lo spirito di Lolotta, che non lo ha mai abbandonato e gli dona una colomba magica, grazie alla quale egli inizia a compiere miracoli, esaudendo i desideri dei suoi compagni (anche quelli più assurdi). I carabinieri, capito il segreto dei suoi prodigi, gli rubano per ben due volte la sua colomba che viene sempre recuperata dal fantasma della mamma di Totò. Alla fine del film il giovane, sempre grazie alla colomba, riesce ad aprire i vagoni in cui sono rinchiusi i suoi amici per essere portati in carcere, e come ultimo miracolo, fugge con loro verso il paese della bontà, dove i poveri potranno trovare giustizia.


                                        LA FONTE MAGICA

Chi di noi non desirerebbe rimanere giovane (non solo mentalmente, ma anche fisicamente) per sempre o addirittura non morire mai? Tutti noi, immagino, ma in cuor nostro sappiamo che ciò non è assolutamente possibile né concesso, perché il ciclo naturale della vita impone anche la morte e noi a malincuore lo dobbiamo accettare così com’è. Lo imparerà a sue spese anche Winnie Foster, la bambina protagonista di questo magico romanzo scritto dalla scrittrice statunitense per ragazzi Natalie Babbitt. Winnie ha dieci anni e vive nell' immaginaria cittadina di Treegap con i genitori, la nonna e un rospo addomesticato. In un afoso e noioso pomeriggio, pochi giorni prima della fine dell'estate, la bambina sente una musica dolce provenire dal bosco. Sua nonna le dice che potrebbe appartenere agli elfi per la quale l’anziana ha un' ossessione. Siccome la nipote non crede alle favole, si addentra nel bosco per scoprire la sua provenienza. La musica giunge dalla casa dei Tuck , una famiglia nomade composta dalla madre Mae, dal padre Agus e i loro due figli adolescenti Miles e Jesse, che vivono vicino ad una sorgente dalla quale scorre un' acqua magica che blocca la crescita degli esseri viventi e li fa divenire immortali. Anche se la bambina pensa che siano pazzi, decide di mantenere il segreto sulla sorgente, venendo ospitata per un po' nella loro temporanea abitazione, che è sporca e disordinata, e piano piano si affeziona a loro. Intanto a casa la nonna di Winnie pensa che qualcuno l' abbia rapita e chiede alla polizia di andare alla sua ricerca. Scoperta per caso la sorgente magica, gli agenti entrano a casa dei Tuck per interrogarli, interrompendo così la loro colazione, e rapiscono la bambina contro la sua volontà perché i Tuck si rifiutano di consegnare e vendere l'acqua della fonte. Per salvare Winnie dalle loro grinfie Mae uccide un agente , venendo così condannata alla forca. Winnie insieme a Jesse e Miles architetta un piano per salvarla dalla morte, che consiste nel farla evadere sostituendola temporaneamente con Winnie. I Tuck sanno che presto si dovranno nuovamente trasferire e, come regalo d' addio, donano alla piccola una bottiglietta d'acqua della sorgente che potrebbe bere quando avrà raggiunto i diciassette anni, per poter sposare Jesse. Ma ella, che ha imparato ad accettare la morte come una cosa naturale, non lo farà: infatti pochi giorni prima dell' inizio della scuola, la versa sul suo rospo domestico per evitare che venga mangiato da un cane, per poi lasciarlo libero per sempre.