I TRANSESSUALI DEL  WEST

 

La conquista del Far West è nell'immaginario collettivo uno scontro tra colonizzatori e colonizzati, un arido viaggio verso luoghi inesplorati in cui poter costruire una società dal nulla, con le proprie leggi, spesso in netto contrasto con quelli vigenti nell'Est. Nei film e nei fumetti ambientati nel lontano ovest sono quasi sempre gli uomini i protagonisti: a cavallo, con il capello e gli stivali di cuoio sempre pronti a far valere il proprio coraggio. Ma studiando la storia della conquista degli stati dell'ovest emerge come non fosse così raro che gli uomini più temuti in città, noti per la loro spietatezza o intraprendenza, fossero in realtà donne.

Oltre a banditi, colonizzatori, minatori e lavoratori in cerca di fortuna, anche le persone che si identificavano nel sesso opposto a quello dichiarato alla nascita videro nell'ovest un luogo in cui riscattarsi.

Una delle storie più famose al riguardo, è quella di Harry Allen, un temibile rapinatore vagabondo uscito varie volte di prigione, dopo aver abbandonato le vesti femminili.

Lo storico americano Peter Boag, indagando proprio il periodo della conquista del Far West, rimase spiazzato dal numero di persone di cui è rimasta traccia nella storia che dichiaravano un'identità diversa. Secondo Boag non è che nel West ci fosse una mentalità più aperta nei confronti delle persone trans, ma solo che il numero elevato di persone che qui avevano deciso di vivere come  sentivano di fare spinse sempre più persone ad imitarle.

Molto meno conosciute dei vari Billy the Kid o Butch Cassidy, sono le donne che in quegli anni avventurosi intraprendevano la pericolosa carriera di fuorilegge, spesso con grandi risultati.

Tra le fuorilegge più famose e controverse spicca la figura di Nell Pickerell, meglio conosciuta come Harry Allen. Una donna dalle mille abilità, amata e criticata dai rotocalchi dell’epoca, che divenne una vera e propria star del “gossip novecentesco”.

Nell fu un’anticonformista, non sottostava alle regole maschiliste del vecchio West.

 Le donne rispettabili avevano all’epoca esclusivamente due ruoli: mogli e madri, spesso senza alcun tipo di relazioni sociali. Quelle che dovevano guadagnarsi da vivere erano sottopagate e sottostimate in ogni ambito.

La Pickerell assunse un comportamento tutto suo, cominciò a vestirsi da uomo già negli anni adolescenziali, e si fece conoscere per essere dedita all’alcool, alle bische e al gioco d’azzardo. Nacque nel 1882 a Washington, da una famiglia disagiata con un padre violento e alcolizzato e una madre debole; cominciò subito a cercare lavoro e per trovare un’occupazione più velocemente e meglio remunerata sfruttò la sua nuova identità maschile: Harry Allen

Si diceva che Harry si fosse cimentato in tutti i tipi di lavori maschili: barista, barbiere, bracciante e mozzo. Cantava bene con una profonda voce baritonale, suonava il pianoforte, il violino, la chitarra e il trombone.

In alcune raffigurazioni del tempo la si può notare vestita da uomo, da pistolera o da cavallerizza; in un giornale di Philadelphia viene definita come "una donna nella natura,  un uomo nella scelta".

Durante la sua vita si spostò in numerose città del “Far West”, e come altre persone trans,  “vedevano l’Occidente come un luogo in cui potevano vivere, trovare lavoro e portare avanti una vita che non avrebbero potuto avere nell’Est più congestionato”, come spiega lo storico della Washington State University, Peter Boag, che durante le sue ricerche ha trovato molte notizie su centinaia di persone trans vissute nel vecchio West, nonostante la mancanza di una documentazione storica.  

L’identità libera e autodefinita di Harry affascinava i giornali locali, che ne fecero l’emblema dello spirito del tempo nella frontiera americana. Harry era noto anche per la sua costante presenza nelle risse o in una qualche impresa da fuorilegge: spesso finiva in prigione e le forze dell’ordine mettevano sempre lui in cima alla lista dei sospettati in ogni retata. Nell’agosto del 1902, ubriaco, picchiò un poliziotto, che lo portò in prigione.

Nel giugno 1912 Harry e un’amica prostituta, Isabelle Maxwell, si recarono a Portland, Oregon, e presero una stanza. Allen fu accusato ai sensi del Mann Act del 1910 per aver attraversato i confini dello stato per scopi immorali (schiavitù bianca, che oggi definiremmo sfruttamento della prostituzione).

L’arrivo di un poliziotto che conosceva Allen e la sua storia personale ormai famosa, portò alla caduta di quell’accusa, ma Harry fu comunque condannato a 90 giorni di prigione per vagabondaggio.

Nel 1919 Harry ebbe una lite con il padre di settantanove anni, che lo pugnalò alla schiena: l’ospedale della città riuscì a salvarlo, ma restò fortemente debilitato. Nel 1920 fu arrestato per aver usato oppio e morì due anni dopo, all’età di 40 anni, di meningite sifilitica.

Harry divenne famoso non solo per la sua scelta di vita e per le attività da fuori legge, ma anche come rubacuori irresistibile.

Fece innamorare di sé numerose donne che lo definivano il più bell’uomo dello Stato.

Alcune delle sue più convinte spasimanti, quando scoprirono che in realtà Harry non era un uomo, tentarono addirittura il suicidio: a Tunnel City una cameriera di nome Dolly Quappe si uccise il giorno di Natale del 1901, bevendo acido carbonico; a Seattle invece, nel 1903, Pearl Waldren si sparò nel parco di Denny Oark, dichiarando il suo amore non corrisposto per Harry.

Nei giornali locali questi avvenimenti avevano largo spazio, considerate com’erano storie molto emozionanti. Nella narrativa novecentesca infatti erano comuni le vicende di uomini che portavano alla follia le donne per amore, ma non certo quella di una donna che si fingeva uomo e che portava le donne alla rovina.

Quella di Harry Allen è solo la più nota tra le storie di donne che nel West hanno iniziato a condurre una vita maschile, riuscendo nella maggior parte dei casi a celare la propria identità per tutta la vita, come accadde a Sammy Williams, un boscaiolo del Montana che il becchino che si occupò del suo funerale scoprì essere in realtà una donna. 

 La scelta di passare per uomo era dettata dalle condizioni sociali: in un territorio dominato dai maschi, violento, fisicamente esigente, dove le donne erano considerate meno di nulla, è comprensibile che alcune donne, rimaste sole, abbiano deciso di travestirsi da uomini, ma non per una scelta di tipo sessuale quanto per un bisogno di sicurezza personale e per accedere a un’occupazione che garantisse la sussistenza.

La Costa Occidentale attualmente rende omaggio ai suoi antenati transgender e a Harry Allen nel Museum of Trans History & Art – MOTHA, che si dedica a portare la storia e l’arte dei transgender al centro della vita pubblica.

 


PANCHINE GIGANTI 

Desidereste per un attimo ritornare bambini per immaginare di vivere nel mondo degli gnomi? Sentirvi piccoli piccoli in mezzo allla grandezza di un bel panorama? Una splendida invenzione tutta made in Italy rende tutto questo realizzabile!

Si tratta delle Big Benches, centinaia di panchine giganti disseminate in tutta Italia. Situate in luoghi panoramici non troppo conosciuti e piuttosto isolati. Raggiungerle richiede un po’ di impegno ma seduti lassù, sembra di tornare bambini. La prima è nata nel 2010 grazie a Chris Bangle, in quel di Clavesana, Piemonte. La prima di una lunga serie. Nel tempo sono diventate una vera e propria attrazione turistica. E un fenomeno social.

Le ultime sono nate in Umbria. Una presso l’agriturismo La Miniera di Galparino a Città di Castello  e l’altra a Colle Umberto. Le Big Benches sono così diventate 245 e rappresentano punti di attrazione turistica, collegati, per esempio, a particolari bellezze del paesaggio oppure a percorsi eno-gastronomici.  Oggetti di elegante design architettonico che aiutano a non sprecare il nostro patrimonio ambientale e culturale.

Le Big Benches, panchine giganti, nascono in Piemonte per volontà del designer Chris Bangle, qui trasferitosi insieme alla famiglia. È lui a realizzare la prima panchina gigante a Clavesana nel 2010. Le vuole così per incoraggiare gli adulti a riscoprire l’arte della meraviglia osservando il territorio con occhi diversi.

Situate in punti panoramici su terreni accessibili al pubblico, fanno parte di un’esperienza collettiva che tutti possono sperimentare e ovviamente condividere. Non godono di finanziamenti pubblici, ma nascono grazie a donazioni private.

Il progetto è gestito dall’associazione “The Big Bench Community Project”, il cui obiettivo è, fra le altre cose, sostenere le comunità locali e gli artigiani. Oltre che promuovere un turismo di qualità.

Il Piemonte è la loro terra d’origine e anche la regione dove se ne trovano di più, come segnala il sito ufficiale, dov’è possibile consultare l’elenco completo suddiviso per località. Ma ormai il fenomeno si è espanso in tutta Italia, dalla Lombardia all’Emilia Romagna, dal Trentino al Lazio, dal Veneto alla Liguria. E qualcuna anche in Puglia e in Campania.

Esiste anche un gruppo facebook dedicato alle panchine giganti, si chiama Big Bench – Panchinisti Itineranti, una miniera di informazioni preziose per chi vuole raggiungerle. Le panchine sono anche segnalate su una mappa ed è possibile ottenere un passaporto che certifica, di volta in volta, la visita a ognuna di esse, tramite apposito timbro.

Chiunque può costruire una panchina gigante ed è Chris a fornire gratuitamente i disegni e le istruzioni. I passaggi sono semplici: bisogna compilare un form sul sito del progetto, allegare 4 foto del luogo di installazione e un’immagine satellitare.

Se la documentazione viene approvata, si firma un contratto e si procede con la costruzione. I colori vengono decisi dagli organizzatori in modo da differenziare le diverse panchine, che vanno costruite presso punti con vista panoramica, senza fondi pubblici ma grazie a fondi o manodopera volontaria.

 


LA STRADA PER EL DORADO

Noi tutti abbiamo studiato durante le lezioni di storia, che Hernan Cortes venne scambiato dagli aztechi per il dio Quetzalcóatl e ricoperto di ricchezze e doni. In cambio di tutte queste offerte materiali egli sterminò e sottomise gli indios che oggi sono ridotti a minoranza in via d'estinzione. Questo fantastico film prende spunto proprio da questi eventi storici! Esso narra la storia di Tulio e Miguel, due truffatori ricercati dalla giustizia, che si guadagnano ricchezze dorate giocando a dadi. Un giorno decidono di mettere sul tavolo delle scommesse una mappa, che li avrebbe condotti verso le meraviglie del Nuovo Mondo. Siccome i due giocano con dadi truccati, vincono sempre, ma appena uno dei loro sfidanti lo scopre, fuggono inseguiti da un toro. Incappati in una strada senza uscita si gettano in barili colmi d'acqua potabile che vengono caricati sulla nave di Cortes. Scoperti, i due soci vengono condannati a vita alla schiavitù nella piantagione di Cuba allora colonia penale spagnola. Mentre cercano un piano per evadere da sotto coperta, il cavallo di proprietà di Cortes gli lancia le chiavi della cella, tentato da una mela che Miguel gli promette come ricompensa. Mentre i due amici fuggono su una scialuppa, Altivo si getta in mare per prendere la mela che tanto brama. Così Miguel e Tulio sono costretti a viaggiare con Altivo, senza provviste e in balia di pioggie e tempeste in pieno oceano. Giunti finalmente sulla terraferma, Tulio scopre che l'amico ha conservato la mappa per El Dorado e decidono, di comune accordo, di trovare la città, prendere l' oro, per poi tornare in Spagna e vivere da pascià. Giunti a destinazione vengono accolti dagli aztechi e il loro gran sacerdote Zekal-Kan li scambia per gli dei appena giunti in città. Mentre discutono con il sacerdote e capo Tannabuk (il loro re), Tulio urla ad un vulcano di fermare l'eruzione. I due decidono di stare al gioco il tempo necessario per accaparrarsi l' oro e tornare in Spagna. Durante la loro finzione rimangono scioccatti dalla crudeltà dei sacrifici umani e conosco Cel, una ragazza nativa di cui Tulio si innamora. Il sacerdote Zekal-Kan, vedendo che l' Era del Giaguaro non inizia come previsto, tenta per l' ultima volta di sacrificare 15 mortali agli "dei" durante una partita di uno sport tradizionale che ricorda molto l'attuale pallacanestro. Miguel, stanco del fanatismo del sommo sacerdote, rifiuta il sacrificio. Egli notando un taglio sanguinante sulla fronte dell' uomo, deduce che i due non sono affatto divinità. Così Zekal-Kan è costretto a purificare la città con le sue mani per mezzo di un giaguaro gigante da egli stesso comandato. Alla fine dell' inseguimento in cui l' antagonista tenta di uccidere Tulio e Miguel, Zekal-Kan precipita nel vortice d'acqua situato sotto El Dorado. Miguel, deciso a restare con gli aztechi, dice addio al suo socio che vuole tornare in Spagna senza di lui. Mentre Cel e Tulio sono in partenza a bordo di una barca con il carico d'oro, Cortes guidato da Zekal-Kan sta per raggiungere la città. Per salvare i loro amici ed evitare che vengano sterminati, Tulio decide di schiantare la barca contro delle colonne anche a costo di perdere l' oro. Purtroppo esse cadono troppo velocemente e la vela si incastra. Miguel, per evitare che i due ne vengano schiacciati, salta sulla barca disincastrandola. Infine dopo una roccambolesca avventura sulle rapide in cui perdono tutto l' oro, i due scoprono la ricchezza più grande di tutte: la loro amicizia.


MA LYDDIE NON SARA' SCHIAVA

Oggi nei Paesi in via di sviluppo il lavoro minorile è una piaga ancora diffusa, e i bambini o ragazzi possono vivere due tipi di situazioni: lavorare part-time e frequentare la scuola il pomeriggio o non andarci affatto ed essere trattati come schiavi, maltrattati e sfruttati dai padroni e dai sorveglianti. Molti di loro sognano di essere liberi di vivere la propria infanzia e costruirsi un futuro attraverso l'istruzione. Come la ragazza protagonista di questo bel romanzo ambientato nell' Ottocento, periodo in cui il lavoro svolto da minori era diffuso anche nel mondo occidentale. Essa si chiama Lyddie Worthen, ha tredici anni e vive con la sua famiglia composta dalla madre Mannie, il fratello Charles di dieci anni e le due sorelle piccole: Rachel di sette anni e Agnes di quattro. Da quando il loro padre si è diretto in solitaria verso l' ovest per andare in cerca di facili ricchezze per poi non dare più sue notizie, la fattoria di famiglia è caduta in rovina e la famiglia Worthen ha un debito da estinguere. Per poterlo fare la madre manda i due figli maggiori a lavorare: Charlie viene mandato ad un mulino di proprietà dei signori Thipnney, che lo trattano come un figlio mandandolo perfino a scuola. Mentre Lyddie è destinata ad una locanda retta dalla perfida signora Cutler, che al contrario, la tratta come una sguattera facendola dormire su un misero giaciglio in corridoio, usando solo un semplice sacco di iuta per coprirsi e obbligandola ad attizzare le braci nel caminetto. Approffitando della temporanea assenza della padrona, Lyddie fugge per tornare a casa. Lungo la strada incontra per la prima volta uno schiavo nero di nome Ezekial Freeman che, fuggito, è diretto verso il Canada dove egli sarà libero. La ragazza scoperta dalla padrona viene licenziata e sarà costretta a salutare Triphena, la cuoca, che alla locanda è la sua unica amica. Diretta verso la cittadina di Lowell in cerca di una nuova occupazione, viene invitata da un vetturino a prestare manodopera alla Concord Corporation, un' industria tessile. Qui la sua nuova datrice di lavoro, la signora Bedlow, si dimostra comprensiva e gentile e Lyddie farà amicizia con le altre sue colleghe: Amelia, Betsy, Prudence, Brigid e Diana che diventano le sue migliori amiche. Ella grazie alle letture serali di Betsy, si appassiona ai libri dello scrittore Charles Dickens (vedendo nel personaggio di Oliver il suo fratellino Charlie), migliorando da autodidatta le sue capacità di lettura e scrittura. La situazione in fabbrica inizia a precipitare, quando suo zio Judah, intenzionato a mettere in vendita la fattoria di famiglia, le porta la sua sorellina Rachel dato che la piccola Agnes è morta e la madre è stata trasferita in un ospizio per poveri. Ella, decisa più che mai a pagare il debito ed evitare la messa all' asta della fattoria, si dedica anima e corpo al lavoro finendo per farsi venire la febbre. Anche la piccola Rachel ha una brutta tosse ed è costretta a trasferirsi al mulino insieme al fratello Charlie, che intanto è diventato apprendista fisso e un giovane ometto di dodici anni. Alla fine del romanzo per uno scherzo finito male, con la complicità di Brigid, la nostra protagonista viene licenziata. Ormai senza più una casa dove andare (la madre muore all' ospizio e la fattoria viene venduta), è decide di iscriversi all' università femminile di Oberlin per poter ricevere un titolo di studio, non senza prima passare a salutare la cuoca Triphena e la sua amica Diana che sta per avere un bambino.

DIANA,BETSY,LYDDIE E PRUDENCE LEGGONO "OLIVER TWIST"


IL MIO BASKET E' DI CHI LO GIOCA

Tantissimi allenatori hanno fatto la storia della pallacanestro a livello sia internazionale che nazionale (ancora di più quando nel Belpaese era considerato uno sport di nicchia). Romeo Sacchetti è uno di quelli che sanno trasformare le squadre provinciali in giganti anche per pochi minuti di gloria. Io da "malata" della palla a spicchi quale sono, non potevo non dedicare un articolo del mio giornalino a lui. Egli in questa meravigliosa autobiografia che ho letto tutto d'un fiato percorre la sua carriera, prima da giocatore e poi da allenatore. Per prima cosa ci presenta la sua famiglia di italiani immigrati in Romania (che all' epoca non era il Paese povero e arretrato dei giorni nostri) che in seguito rientrò in patria per sfuggire alla dittatura comunista. Egli non conobbe mai il padre morto per un tumore alla gola quando aveva solo pochi mesi. Così la sua figura paterna divenne il fratello maggiore Francesco di 15 anni più grande. La passione per il basket gli esplose mentre tirava un normale pallone nel ramo di una pianta di glicine cresciuta storta nel cortile della sua casa di Novara, che formava un triangolo che ricordava un tabellone. Così all' età di quindici anni entrò nella Wild Novara in serie B dove per migliorare la sua elevazione si allenava con le catene alle caviglie, proponendo una scommessa al suo coach Roberto Rattazzi di pagare la birra per tutti se Meo ci fosse riuscito. Fece un provino anche per l'Olimpia Milano venendo scartato da Sandro Gamba per errore. All' inizio degli anni Settanta si trasferì alla Gira, che a quei tempi era la terza squadra di Bologna dopo la Fortitudo e naturalmente la Virtus, di cui ricorda con nostagia i tanti derby disputati. La società si sciolse dopo pochi anni perchè il Comune non aveva le risorse finanziarie per sostenere tre squadre nella massima serie. Egli, facendo un salto avanti nel tempo, racconta il suo rapporto con il figlio Brian, anche lui cestista che Romeo ha seguito nella sua crescita sportiva dal minibasket alla prima squadra, dichiarando che il giocatore più difficile da allenare è il proprio figlio. Parla anche del suo dispiacere dell' essere avversari (ad esempio che i canestri segnati dal suo pargolo gli possono costare anche la panchina). La sua ultima squadra, prima di ritirarsi a causa della rottura del tendine d'Achille risultata inoperabile, fu Varese, la squadra che egli tifava fin da ragazzo e che tenterà di riportare sul tetto d'Italia dopo il ciclo di vittorie che ha caratterizzato la sua giovinezza. Se con i club Romeo non ebbe soddisfazioni particolari, si consolò con la vittoria in Nazionale di tutte e tre le medaglie: argento olimpico a Mosca nel 1980,oro a Nantes all' Europeo del 1983 e bronzo ancora agli Europei a Stoccarda nel 1985. Lasciò la maglia azzurra nel 1986 dopo i Mondiali chiusi al sesto posto, per stare più tempo con la famiglia e dare spazio alle giovani promesse che in quegli anni si stavano facendo strada nel panorama cestistico nostrano. Egli non inizia a raccontare della sua carriera da coach senza prima ringraziare i suoi compagni di squadra. In modo speciale Roberto Brunamonti, Dino Meneghin, Carlo Caglieris, Renzo Vecchiato e Enrico Gilardi , che passando così tanti anni insieme sono diventati suoi migliori amici, i suoi avversari più acerrimi come Manuel Raga, Scott May, Corny Thompson, Larry Whright, Drazen Petrovic per averlo fatto inamorare ora più che mai della pallacanestro e gli allenatori che ha incontrato durante la sua carriera e da cui ha preso ispirazione per la sua carriera da coach. Ammirevoli non solo per la loro professionalità e umanità come Dido Guerrieri della Nazionale Under 15, Roberto Rattazzi il suo primo allenatore al Novara, Bruno Boero, Ettore Zuccheri alla Gira, Beppe Lamberti, Riccardo Sales e Gianni Asti. Ma sopratutto Sandro Gamba, un duro dal cuore tenero. Un po' da tutti loro ha imparato qualcosa, il resto è farina del suo sacco. Divenuto anche lui coach, comincia la sua gavetta partendo dalle formazioni giovanili U18 dell'Asti e dell' Auxilium Torino passando poi alla squadra maggiore astigiana portandola in B2 nel giro di due stagioni. Il suo viaggio nelle serie minori prosegue a Bergamo, Castelletto Ticino e Fabriano. Fino ad arrivare in serie A2 e poi in A1 con la promozione alla guida delll' Orlandina. Qui fa conoscenza di due giocatori un po' "pazzi" ma per lui molto speciali e profondamente umani: si tratta di Gianmarco Pozzecco a fine carriera e i due cugini Travis e Drake Diener, che dopo aver intrapreso due carriere completamente opposte (una in Europa, l'altra in NBA) si ritrovano alla Dinamo Sassari da compagni di squadra. Dopo la promozione in A1 e il rischio di autoretrocessione, il Sassari di Sacchetti compie un' impresa storica per il nostro basket: nel 2015 vince il triplete domestico (Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Scudetto) ed è la prima volta che la formazione di un'isola diventa campione d' Italia battendo le compagini del Continente. Grazie a questa vittoria il Sassari conquista la Wild Card (anche essa storica) per partecipare all' Eurolega. Dopo l'esonero da Sassari causato da un litigio con uno dei suoi giocatori, Romeo ha finalmente tempo per dedicarsi alla famiglia, fare due viaggi in Inghilterra e soprattutto negli Stati Uniti a trovare Drake e Travis Diener diventati per lui come due figli. Egli ha trovato tempo anche di guardare con nostalgia al basket del passato osservando alcuni vecchi ritagli di giornale conservati dalla moglie Olimpia, anch' ella ex giocatrice di pallacanestro. Dopo questa esperienza da disoccupato egli accetta l'offerta del Brindisi nella terra dove è nato e dove, se la sorte lo vorrà, chiuderà la sua carriera prima di andare in pensione. In tempi recenti ha allenato la Nazionale italiana riportandola ai Mondiali dopo 14 anni e alle Olimpiadi dopo 17, dimostrando ancora una volta di essere un grande coach. Dopo l' esonero per via di discussioni con il presidente federale Gianni Petrucci sulla formazione da convocare per l' Europeo, egli siede attualmente sulla panchina di Cantù, i cui tifosi sperano che la riporti presto in serie A1 perchè ormai quando si fa il nome di Sacchetti è (quasi) sempre una garanzia di vittoria.


 IL LEONE LA STREGA E L' ARMADIO

Come affermato nel numero di agosto, la saga fantasy di ispirazione cristiana "Le cronache di Narnia", è diversa da quella cinematografica e anche questo libro è più breve. Esso è ambientato durante gli anni della seconda guerra mondiale in cui i fratelli Pevensie, Lucy , Susan , Edmund e Peter vengono evacuati in una casa di campagna lontano da Londra per evitare di morire sotto le bombe. Decisi ad esplorarla perchè molto grande, la piccola Lucy si chiude dentro l' armadio magico costruito dal nonno Digory ed ella si ritrova in un bosco incantato pieno di neve delimitato da un lampione. Qui fa conoscenza del signor Tumnus, un fauno, che la invita alla sua caverna a prendere un tè caldo e a sentire la dolce melodia del suo flauto in grado di addormentare chi la ascolta. Egli infine, pentito e con gli occhi pieni di lacrime, rivela a Lucy che si trova nel Regno di Narnia, intrappolato in un inverno senza fine, senza Natale, in cui tutti i suoi abitanti (perfino gli alberi) sono schiavi della strega bianca Jadis, autoproclamatosi regina senza averne alcun diritto. Appena la piccola torna a casa, racconta tutto ai suoi fratelli maggiori che però dubitano delle sue parole facendola scoppiare a piangere. Il giorno dopo, i quattro giocano a nascondino e Lucy si nasconde di nuovo nell' armadio, questa volta seguita da Edmund. Egli, che non è di certo un bambino di buon carattere, accetta i dolci e la bevanda calda della strega bianca essendo tutto infreddolito, promettendogli di portargli anche gli altri tre fratelli. A questo punto il fratello, tornati a casa, dovrebbe credergli, al contrario invece la tradisce facendola di nuovo piangere. In suo soccorso interviene il Professore a cui i bambini sono stati affidati dicendogli di fidarsi di Lucy visto che è più sincera rispetto ad Edmund. Mentre la governante del Professore impedisce ai ragazzi di fare rumore, perchè dei visitatori sono venuti a visitare la casa essendo un luogo di interesse storico, questa volta entrano nell' armadio tutti e quattro, prendendo delle pellice per camminare nella neve e ripararsi dal freddo pungente. Lucy non vede l'ora di far conoscere ai fratelli il suo nuovo amico Tumnus, ma quando giungono alla sua tana, scoprono che egli è stato requisito dalla polizia (formata da lupi) per avere fraternizzato con gli umani e tradito la strega bianca. I bambini affamati vengono invitati a mangiare da una coppia di castori, che gli rivela che loro sono i quattro umani di cui parlava una antica profezia, che insieme al re leone Aslan, avrebbero sconfitto la perfida Jadis e regnato su Narnia al castello di Cair Paravel. Edmund, spinto dalla tentazione di mangiare altri cannoli e bignè, tradisce i nostri amici (come Giuda tradì Gesù) e si dirige verso il palazzo della strega, che questa volta si toglie la maschera e sfrutta il bambino come esca per attirare i suoi fratelli e trasformarli tutti in pietra per annullare il compimento della profezia. I castori, insieme ai tre umani, si mettono in cammino verso la Tavola di Pietra dove incontreranno Aslan, l'unico in grado di salvare Edmund. I cinque stremati decidono di riposarsi in un rifugio d'emergenza costruito dai castori e conosciuto solo a loro, da cui poi escono al colmo della gioia perchè finalmente a Narnia è arrivato il Natale, dopo tanti anni di assenza. Babbo Natale (che qui ha il ruolo di aiutante magico) consegna a Peter una spada con l'elsa d'oro e uno scudo d'argento con su inciso un leone rampante rosso, a Susan un arco che solo miracolosamete fallisce la mira e a Lucy un liquore che guarisce le ferite e un piccolo pugnale, avvertendo sia lei che la sorella di usarli solo in caso di estrema necessità. Intanto Edmund comincia a rendersi conto che la strega bianca gli ha racconto un sacco di menzogne e inizia a provare pietà per gli abitanti di Narnia, che vengono tramutati in statue dall' antagonista se non obbediscono ai suoi ordini. I suoi fratelli giunti da Aslan gli chiedono di fare ciò che è in suo potere per salvare Edmund dalle grinfie della strega. Aslan, in accordo con Jadis, si immola in sacrificio al posto del bambino, risorgendo poi dalla morte spezzando la Tavola di Pietra (un riferimento al sacrificio di Gesù sulla croce). Dopo la sua risurrezione, insieme a Lucy e Susan che gli sono rimaste vicine durante il suo sacrificio (come le pie donne), Aslan libera con il suo fiato tutti i suoi sudditi trasformati in statue. Il romanzo si conclude con i quattro bambini che vengono incoronati re e regine di Narnia e che, una volta cresciuti, ritrovano l'armadio che li riporta nel loro mondo alla stessa età in cui erano entrati, perchè sulla Terra il tempo si è fermato.


GLI INTOCCABILI

Il celebre magistrato vittima della mafia Paolo Borsellino ha dichiarato che Stato e criminilità organizzata o si fanno la guerra o si mettono d' accordo. Ed è appunto una Chicago "in guerra" quella rappresentata in questo meraviglioso colossal che ha fatto la storia del cinema. Siamo nel 1930 all' epoca del proibizionismo in cui negli USA era vietato per legge commerciare alcol. Il tristemente famoso boss Al Capone (realmente esistito) infatti commercia liquore illegale che tiene nascosto in un covo e governa la città tenendola sotto scacco con estorsioni, vendette e attentati. Dopo aver letto sui giornali dell' ennesima esplosione di una bomba in un negozio in cui muore una bambina, l' agente del Dipartimento del Tesoro Elliot Ness ha il desiderio di sconfiggere i gangster e di condannare al carcere Al Capone per evasione delle tasse. Il giovane però ha bisogno di una persona che lo addestri a farlo, quindi egli si allea con il polizioto irlandese Malone con cui stringe un patto di sangue: se uno dei due fosse stato ucciso dalla mafia l' altro avrebbe dovuto continuare la sua missione. Elliot dopo avere messo al sicuro la sua famiglia insieme ad un giovane ed inesperto poliziotto italo-americano, un commissario ed una quinta persona, forma una banda antimafia denominata Gli Intoccabili. Dopo una battaglia armata durante la quale Malone uccide un soldato di Al Capone alla scopo di ottenere informazioni sui suoi reati fiscali, il boss dichiara di voler morto Ness e tutta la sua famiglia. Egli però prima manda i suoi sottoposti ad uccidere Gli Intoccabili e poi Malone. Ora il suo successore (come da patto) rimane Ness, che ormai ha imparato la regola per battere la mafia, cioè sparare veloce e sparare per primo. Il film si conclude con Al Capone che viene processato e condannato al carcere per 11 anni e con Elliot Ness che riordina la scrivania che era del suo amico Malone. Si andrà poi a fare un bicchiere di liquore appena il proibizionismo verrà abolito.


IL CAVALLO E IL RAGAZZO

Come già ho ribadito in altri articoli, la saga di romanzi ambientata nel fantastico mondo di Narnia è diversa da quella dei film, anche perchè oltre a "Il nipote del mago" è presente anche questo midquel in cui i quattro fratelli Pevensie ormai adulti regnano su Narnia con un ruolo minore nel romanzo. Proprio così, perchè il personaggio principale del terzo capitolo della saga è Shasta, un ragazzo che vive nel villaggio di Calormen assieme ad Arshish, un pescatore che lo ha adottato quando era solo un neonato dopo essere scampato ad un naufragio. Un giorno si presenta a casa sua un guerriero tarkaan, che propone al padre adottivo di venderlo come schiavo sotto la sua custodia per la cifra di settanta mezzelune. Il ragazzo terrorizzato per la sorte che lo aspetta, chiede al cavallo del tarkaan se il suo padrone possa essere buono o crudele. L' animale gli risponde che il padrone lo ha reso schiavo, lo ha rapito e che Bri desidera tornare ad essere un libero cavallo parlante nella terra di Narnia, la stessa che Shasta desidera esplorare da una vita. Fuggiti insieme, i due durante il viaggio incontrano una giovane principessa di nome Aravis, fuggita anche ella di casa insieme a Uinni, una giumenta proveniente da Narnia come Bri, per evitare un matrimonio combinato. Decisi a viaggiare insieme, i nostri quatrro amici giungono nella città di Tashbaan dove il re Edmund e la regina Susan scambiano Shasta per il principe Corin, reverendolo e viziandolo con un sontuoso banchetto. Egli, andato a letto, viene svegliato dall' arrivo del vero principe che a differenza di Shasta ha un occhio pesto, è sporco di sangue e fango e indossa abiti stracciati. Corin avverte Shasta che i suoi amici lo attendono alle Tombe degli Antichi Re ,ma il ragazzo non vedendoli arrivare preferisce distrarsi facendo un bagno nel fiume. Intanto Aravis e due cavalli soggiornano presso il palazzo di Tisroc, il re malvagio di questo capitolo intenzionato a spargere il sangue dei Narniani e a sposare la regina Susan. Shasta, che di nascosto ha sentito tutto, si incammina con gli amici attraverso il deserto per avvertire il popolo di Narnia prima che sia troppo tardi. Il viaggio sfiancante termina presso la caverna dell' Eremita della via del Sud, dove Aravis ferita da un leone, Bri e Uinni si ristorano. Ad Ashsta a questo punto non resta che proseguire e portare a termine la missione correndo all' impazzata. Egli alleatosi ai Narniani sconfiggendo il principe Baradash, scopre di essere nient' altro che il fratello gemello del pricipe Corin , il cui vero nome risulta essere Cor e di essere il figlio di Luni il re dalla terra di Archen. Il libro si conclude con il giovane che viene a sapere che il leone Aslan lo ha protetto per tutto l' arco della sua vita e gli è rimasto sempre accanto (come Gesù protegge gli uomini dai pericoli), con il malvagio Baradash che viene punito venendo tramutato in asino da Aslan e con umani e cavalli che si sposano e vivono serenamente per molti anni.