BLUB: L' ARTE HA LA MASCHERA DA SUB 

Se camminando in giro per Firenze o Roma notate dei dipinti bizzarri con la maschera da sub indossata dai personaggi celebri realmente esistiti o di fantasia , niente paura. E'sicuramente un' opera di Blub, un writer tutto Made in Italy e che in questo delicato periodo storico legato al Covid sta spopolando per le strade delle due città italiane e sui social.

  Ha cominciato dalla Spagna a dipingere i suoi personaggi, oggi i suoi dipinti si trovano affissi in molte città Italiane, Firenze, Arezzo, Siena, Roma, Napoli: in ogni città i propri personaggi.

 Personaggi celebri del mondo dell’arte, della letteratura, della storia o figure di noti dipinti e sculture con una maschera da subacqueo sul volto.

La sua serie di opere s' intitola “L’arte sa nuotare” ed egli stesso ammette di averle realizzate perchè in questo momento delicato della storia del mondo siamo "con l'acqua alla gola" 

Interventi precisi e integrati nel contesto urbano vanno a coprire gli sportellini del gas, dell’acqua o della luce, con il gusto della serialità e la tecnica della poster art. Usa colla vegetale per essere il meno impattante possibile. Agisce solo su supporti rovinati, quelli con un po’ di storia alle spalle, perfetti come cornice. Facendo molta attenzione a non attaccare sul muro, su sportelli puliti o a disturbare qualcuno.

A Blub è associata la frase: ‘L’arte sa nuotare’, una sorta di payoff di accompagnamento. Risposta positiva al classico ‘siamo con l’acqua alla gola’. Nel 2013 la crisi, in senso ampio, aveva invaso le nostre società, l’esistenze di ognuno di noi. Bisogna prenderne atto e reagire alle avversità, se l’acqua è alla gola bisogna indossare la maschera subacquea e nuotare. Siamo artefici della nostra vita, non vittime di un sistema. Eravamo nello sconforto generale, trasformare uno sportello anonimo e deturpato in arredo urbano è di per sé una reazione positiva. C’è il concetto di resilienza, la capacità di far fronte alle difficoltà, riorganizzarsi e ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza disperdere se stessi.

Ma partiamo dall’inizio e voliamo a Cadaqués, piccolo e solitario villaggio spagnolo della Catalogna, a due passi dalla Francia, situato alla fine di una strada che sale sui rilievi del Cap de Creus, posizione geografica isolata della Costa Brava, meta e luogo di nascita di molti artisti di nazionalità spagnola famosi. 

Blub, all’epoca non ancora Blub, stava trascorrendo le vacanze a Cadaqués ospite di una amica, la quale gli chiese di dipingere un malmesso sportello del gas davanti casa. La cittadina è tradizionalmente piena di sportellini dei contatori dipinti dagli artisti del luogo, soprattutto con paesaggi marini. Non aveva né un pennello, né la voglia. Le promise che avrebbe realizzato qualcosa, ma senza averne l’intenzione. Una sera, durante un aperitivo sul mare, come un lampo gli apparve in mente un' immagine: il figlio dell' amica con i capelli immersi nell’acqua e la maschera da sub. Lo dipinge. Così prima di partire ritrasse direttamente sullo sportello questo bambino subacqueo. Usò i pennelli e i colori, il bianco e il nero, che la sua amica aveva casualmente in casa, forse per decorare dei vasetti. Torno a Firenze e tutto finì lì, si fa per dire.

Pochi giorni dopo a Firenze Blub mostrò le foto delle vacanze spagnole a degli amici che, colpiti e entusiasti da quel ritratto, lo sollecitarono a realizzarlo in città. 

Fu proprio uno street artist a suggerire a Blub di realizzare l’opera originale in studio, per poi attaccare le riproduzioni stampate in strada. Unire l’efficacia alla velocità d’esecuzione di un’azione illegale è fondamentale. Così di giorno lavora con calma in studio, usa colori acrilici su tela, ma talvolta predilige supporti metallici datati e arrugginiti, portatori di un po’ di storia ispiratrice. Mentre gli attacchinaggi illegali hanno bisogno della notte.

A Firenze la mattina del 5 novembre 2013, il giorno dopo l’anniversario dell’alluvione, nel quartiere degli artisti di San Niccolò, apparvero i primi tre lavori.

Iniziò così l’inseminazione di Blub, un bel modo inconsapevole di ricordare quel terribile giorno dell’autunno del ’66 e l’impegno degli Angeli del fango, provenienti da tutta Italia, per salvare il patrimonio artistico fiorentino sommerso dalle acque dell’Arno.

Anche in quella prima notte c’era con lui l’amico che lo aveva spinto a fare tutto questo e vedendo, probabilmente, una di quelle targhettine che segnalano dove era arrivata l’acqua durante l’alluvione se ne uscì con la frase ‘vedi l’arte non affoga’. Ma per le frequenze vibrazionali il ‘no’ nell’Universo non esiste, così rispose con ‘l’arte che sa nuotare’.”

Fin da quella prima apparizione Blub ha raccolto un fiume di attenzioni da parte di giornalisti, blogger, semplici cittadini.

La costruzione del progetto di Blub è un balletto tra contingenza e inconsapevolezza, man mano ha preso una forma coerente dettata da una non volontà calcolata. 

Anche lo pseudonimo artistico è emerso spontaneamente. “Come fanno le bollicine? Blub! È nato così, senza ragionamenti, attingendo da sotto, dal profondo.” La parola ‘Blub’ suggerisce due cose: il colore dell’acqua, dominante nei suoi lavori, e un suono onomatopeico, un linguaggio pregrammaticale, un suono privo di mediazioni. Una comunicazione vitale e immediata, spesso usata nella letteratura per bambini. Come nel libro ‘Blub, blub, blub’ di Yuichi Kasano che narra il suono di qualcosa che sta per sbucare dalla profondità marine. Anche in Pinocchio, storia modellata sul parlato, l’onomatopea punteggia numerosi episodi per renderli vivi: “zin, zin, zin” fanno gli zecchini d’oro mossi dal vento, “crì-crì-crì” fa il Grillo parlante. Già dal nome c’è l’istintività di voler colpire con rapidità, essenziale per chi usa la strada come luogo di comunicazione.

Nelle opere di Blub la maschera subacquea è elemento simbolo. Oggetto di largo consumo estivo, usato da grandi e piccini per esplorare i fondali dei mari. Con la maschera si vede meglio mentre nuoti. I pesci, i coralli, le meduse, si vede quello che non vedevi prima. Il mondo di sotto, la profondità dell’oceano. Dell’iceberg notiamo la parte che esce dal mare, in realtà siamo composti di tutta un’altra parte non immediatamente visibile, il nostro lato inconscio. Tutti concentrati sulla punta dell’iceberg, mentre sotto la superficie c’è tutto un altro mondo, molto più grande, del quale siamo composti e che non conosciamo veramente.

L’acqua è anche il luogo di nascita della vita, il lato nascosto della materia. Quando si è sott’acqua non c’è né peso, né tempo, i pensieri spariscono, si fluttua in un’altra dimensione, in simbiosi con questo elemento.

Ed è in questa dimensione che Blub ripropone personaggi che hanno lasciato un segno di grandezza positiva, andando oltre il Rinascimento.

 Archetipi dell’arte e protagonisti di quadri e sculture divenuti icone globali si sono moltiplicati abitando le strade delle città: il bacio di Klimt e la ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer, le donne di Modigliani e la Venere del Botticelli, le mani del Giudizio universale e il David di Michelangelo, il surrealismo di Magritte e il Putto di Raffaello, arrivando alla riproposizione del dittico di Piero della Francesca, con il doppio ritratto dei duchi di Urbino, posizionati su due sportellini, uno di fronte all’altro.

Ha raffigurato Dalì, Courbet, Picasso, l’autoritratto di Van Gogh, Warhol, le cui bollicine ‘pop’ acquatiche sono colorate. Lincoln, Mandela, lo scrittore Marquez e il compositore Verdi. L’iconica Marilyn, Totò, Hitchcock, il bacio felliniano tra Mastroianni e Anita Edberg e il Sordi vigile urbano. Hanno trovato spazio rock stars come Mercury, Winehouse, Bowie e personaggi della fantasia come Babbo Natale, ET, Cupido e Tex Willer.

Ha fatto indossare un abito tradizionale germanico alla Venere del Botticelli per dare il benvenuto all’arrivo del nuovo direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, di nazionalità tedesca. Gioca con la storia e con l’attualità. Nella sua galleria di ritratti si trovano lo stilista Armani, Papa Francesco, icone del calcio fiorentino come Battistuta. E anche Clet, street artist francese, fiorentino di adozione, insieme a uno dei suoi cartelli stradali. “Clet è stato uno dei primi street artist a Firenze.

Le persone incontrando per strada Giulio Cesare o Willy il Coyote fanno un salto temporale e fantastico, si crea un rapporto intimo, divertito e complice con il ‘personaggio impossibile’. “Se passeggiando trovi Garibaldi dovrebbe essere spontaneo chiedergli: ‘Ciao, come stai?’ E alla Dama con l’Ermellino: ‘Come sta l’Ermellino?’ Lo spirito è questo, incontrarli nella quotidianità, messi alla nostra altezza, togliere la distanza e avvicinarli alle persone. L’approccio umano deve essere il medesimo sia se incontri il Papa che il calzolaio. 

In Blub si sente la vicinanza della serialità figlia di Warhol e della Pop art, i volti di questi famosi protagonisti provvisti di maschera attivano un giocoso corto circuito, si genera un’allegra empatia che raccoglie l’attenzione delle masse turistiche impegnate a rincorrere monumenti e musei. 

In alcuni casi ha toccato anche le corde della sensibilizzazione, l’opera della pistola ad acqua è emblematica, mentre quella del Sub Angel PeaceMaker, un angelo dalle grandi ali con in mano una bandiera bianca, è stata inviata in Norvegia per un’asta a favore dell’ALPC di Gaza e poi dipinto vicino al binario 10 della stazione ferroviaria di Viareggio, in memoria delle vittime dell’esplosione del treno cisterna. 

L’inserimento dei lavori di Blub nel contesto urbano non sono frutto di un’azione di bombing, anzi è un’attività molto parsimoniosa e curata. Ricerca un senso tra contenuto e contesto, un’armonia estetica con il luogo in cui viene incollata, come il David vicino all’Accademia oppure Dante nei pressi del Sasso omonimo, vicino all’altro Alighieri dello street artist Ache77. 

Firenze è la sua casa naturale, ma negli anni la diffusione del suo lavoro ha raggiunto moltissime città da Cadaqués a Londra, passando per Bruxelles, Roma, Venezia, Sansepolcro, Foggia, San Giminiano Pisa, Alghero, Arezzo, Rimini, Ferrara. 

Stilare una mappa è impossibile, gli interventi in strada vengono rimossi, strappati, consumati dal tempo. È nella natura della street art quella di essere in balia del pubblico in tutti i suoi aspetti, inclusi quelli deteriori.

Blub è entrato anche nelle gallerie e nei musei, come al MANN Museo Archeologico di Napoli nel 2019. All’interno del percorso espositivo ‘Verso Thalassa’, una grande mostra sul mare, sul mito e sull’archeologia, hanno trovato spazio le opere che Blub ha costruito con i capolavori di Pompei. Carlo III di Borbone, Saffo, una maschera teatrale dell’antica Roma, le sculture antiche di Apollo, Giove Ammone, l’Efebo, Artemide, Venere Marina e Venere Lovatelli.

La storia di Blub ci racconta come si possa trovare qualcosa di imprevisto, mentre si cerca altro. Osservare il mondo in modo non focalizzato, aperti all’opportunità inaspettate, con la voglia di suscitare una domanda, strappare un sorriso, stimolare curiosità divertendo.

Non sappiamo chi si cela dietro la maschera di Blub. L’anonimato distrugge l’ego dell’artista e lo salva dalle gabbie, s’intona al piacevole gusto di avere molteplici identità artistiche. Antidoto alla timidezza e riparo di sé stessi. Gli offre la possibilità di costruire altri fantasmagorici artisti che vivono parallelamente o che vivranno in futuro, essi stessi figli dell’invenzione.

 


007-LICENZA DI UCCIDERE

Assolutamente impossibile non aver mai visto la saga dei film sull' agente segreto 007, alias James Bond, nato dalla penna dello scrittore inglese Ian Fleming. In questa sua prima missione James viene interrotto durante una partita di pocker in Svizzera perchè M, il suo capo, lo chiama nel suo studio per comunicargli che uno scienziato cinese soprannominato Dr No ha programmato dei razzi in Giamaica per sobotare il piano missilistico degli Stati Uniti. In questa missione non riceve nessun gadget speciale dal suo fedele amico Q, preferendo usare la sola pistola. Atterrato ai Caraibi, il nostro eroe incontra fin da subito un seguace del cattivo di turno travestito da autista, che egli per fortuna riesce a scoprire e a sconfiggere. Ma i guai per James non sono finiti , poichè l'antagonista tenta di ucciderlo facendolo mordere da una tarantola. E siccome il nostro agente ha la licenza di uccidere ma non di essere ucciso, riesce a far fuori il ragno e a scamparla. La mattina seguente egli conosce la prima Bond girl, miss Taro, che dopo una notte di passione in cui viene invitato a prendere un tè da lei, viene abbandonata in malo modo da James. Egli, dopo aver trovato un alleato in Quarrel, un pescatore locale, conosce la sua seconda Bond girl di nome Honey Ryder, che incontra sulla spiaggia mentre sta raccogliendo conchiglie per venderle. Mentre i due stanno facendo conoscenza, vengono attaccati dai seguaci di Dr No che li intimano ad arrendersi e ad uscire allo scoperto, visto che si sono nascosti in una palude. James e Honey vengono portati al centro di ricerca dello scienziato, dove vengono intimati a ripulirsi dal fango della palude e si addormentano a causa di un caffè con sonnifero. Una volta sveglio Bond si vede portare via la sua ragazza, che viene incatenata nei sotterranei, mentre egli cerca di convincere Dr No a desistere dal suo progetto di sfidare gli americani. 007 non riesce a fargli cambiare idea. James viene legato ad una sedia e preso a pugni. Ma poi, portato in una segreta, riesce ad evadere e travestito da scienziato sconfigge l' antagonista. Dopo aver liberato Honey, i due si trovano in mare su una barca per poi essere tratti in salvo da Felix Leiter, un altro alleato di Bond.


LA TESSERA DELLA BIBLIOTECA

Oggi la tessera sanitaria almeno nel nostro Paese è utile non solo per andare dal medico a farsi prescrivere medicinali, ma svolge anche il ruolo di documento essenziale per iscriversi alla biblioteca. Ed è proprio una misteriosa tessera blu ad aprire l' acceso al mondo della cultura ai personaggi scansafatiche, senza speranza e sognatori di questi quattro staraordinari racconti scritti dall' italo-americano Jerry Spinelli. Il mio preferito è quello con protagonista Brenda Foster, una ragazzina undicenne che trascorre ore e ore davanti alla televisione spegnendola solo per fare i compiti di scuola. Appena suo padre gliela spegne ormai stanco della sua dipendenza, lei la guarda di nascosto usando il binocolo e mettendo a fuoco quella dei vicini di casa, i signori Hurley. Ella per resistere all' astinenza da tv apre sempre di nascosto il frigo abbuffandosi di cibo fino a tarda sera. Brenda, appena i genitori gli sequestrano la tele per una settimana per farla tornare nel mondo reale, scopre che sotto il suo amato elettrodomestico c'era una misteriosa tesserina blu con cui la ragazzina inizia a dormire mettentola sotto il cuscino. Come per magia la protagonista del racconto sogna di trovarsi in un enorme biblioteca con uno scaffale a quattro piani. La bibliotecaria le consiglia di dirigersi verso la sezione dedicata alle biografie dove Brenda trova in un modo alquanto bizzaro un libro proprio dedicato a lei in cui sono scritti vita, morte e miracoli dal suo colore preferito (il giallo) fino alla sua teledipendenza. A questo punto, rendendosi conto di avere oltrepassato il limite, Brenda torna ad esplorare il mondo reale. Al punto che appena i suoi accendono la TV, lei la spegne immediatamente. Forse le nostre tessere bibliotecarie non saranno magiche come quella del romanzo, ma vi possono assicurare che se tutti noi, invece di sprecare tempo in schiocchezze, la utilizzassimo almeno una volta nella vita per prendere sul serio dei libri da leggere, la società sarebbe migliore e libera dall' ignoranza. Ve lo posso garantire!

BRENDA SOGNA LA BIBLIOTECA


: RESTO QUI

Quando mia sorella è andata in Sudtirolo, più precisamente a Curon per una breve vacanza, ha notato che i suoi abitanti guardano gli italiani con diffidenza,  come se da loro avessero subito un torto.

E in effetti se guardiamo indietro nella storia il torto c' è stato:  risale ai tempi del fascismo quando Benito Mussolini annettè la regione ai quei tempi austriaca all' Italia, impedendo alla popolazione di parlare  la sua lingua e di seguire le sue tradizioni.

Marco Balzano, docente di italiano e storia e scrittore di successo prova a restituire quel terribile capitolo di storia alla, memoria collettiva attraverso questo bellissimo romanzo.

Esso ha come protagonista Trina una giovane maestra diciasettenne la cui vita scorre serena in una famiglia di contadini composta da padre,madre, il fratello Peppi di 15 anni più piccolo e dal fidanzato Erich Hauser, che i genitori di lei considerano come un figlio perchè orfano.

La loro tranquillità e quella di tutto il paese viene sconvolta nel 1926 dall' arrivo dei fascisti, che dopo aver umiliato la popolazione impongono l'italianizzazione di nomi,locali, citttà e scritte sulle tombe dei cimiteri. Anche parlare ed insegnare la lingua tedesca è proibito, ma Trina e la sua collega e amica Barbara cercano di resistere alle oppressioni del regime organizzando due delle tante scuole clandestine: la prima in una cantina la seconda in un fienile. Maja, la terza amica della protagonista, ha invece paura e vorrebbe  scappare in Germania.

Quando le due scuole vengono scoperte e l'aula viene distrutta dalle camice nere, mentre Trina trova il coraggio di resistere, Barbara al contrario subisce umiliazioni, violenze e viene spedita al confino. Trina di lei non hapiù notizie.

Intanto gli anni scorrono e Trina sposa Erich e insieme hanno due figli: Michael e Marica.

La vita a Curon inizia a precipitare quando Adolf Hitler, dopo essere salito al potere in Germania, a cui annette anche l' Austria, viene considerato dai sudtirolesi come un messia che li avrebbe salvati dall' oppressione italiana e offerto un futuro lavorativo prosperoso nel suo Paese. 

A Curon a questo punto la popolazione si divide tra chi è resiliente e vuole rimanere nonostante tutto  e chi invece vuole partire per il Reich in cerca di un futuro migliore e diverso per sè stessi e i propri figli.

Visto che Trina e Erich decidono fermamente di rimanere, il figlio Michael subisce terribili umiliazioni dai suoi coetanei, i genitori perdono quasi tutti i loro amici e Marica prende la decisione di andare in Austria dagli zii, rompendo i rapporti con la famiglia.

Allo scoppio della guerra Trina e suo marito scoprono che i nazisti sono ancora peggio dei fascisti, poichè allevano i giovani per farne carne da cannone. Erich, tornato dal fronte con una gamba ferita, decide di disertare insieme alla moglie e di fuggire temporaneamente sulle montagne al confine con la Svizzera.  Il figlio, al contrario, si arruola stando dalla parte di Hitler e dei nazisti.

Durante la loro fuga vengono ospitati da cinque persone in un maso e per ripagarne l'ospitalità li aiutano nei lavori di fattoria. Purtroppo il nascondiglio viene scoperto dai nazisti che uccidono i loro salvatori.

Appena il conflitto finisce, i due coniugi sperano di trovare finalmente la pace, ma è solo un' illusione: non riallacciano i rapporti con i figli e la ditta Montecatini ha intenzione di costruire una diga, alzando il livello delle acque del lago di Resia per sommengere la gente di Curon nonostante i chilometri di lettere scritte da Trina per supplicare l'annullamento del progetto. 

 


I MALAVOGLIA

Nelle scuole superiori è impossibile non aver studiato Giovanni Verga e uno dei suoi capolavori più celebri: il romanzo "I Malavoglia". Esso narra le vicende di una famiglia siciliana patriarcale composta dal nonno Padron 'Ntoni, la moglie Maruzza detta La Longa, il figlio Sebastiano detto Bastianazzo e i nipoti 'Ntoni, Luca, Alessio detto Alessi, Filomena detta Mena e la piccola Lia, proveniente da Trezza in provincia di Catania, che di cognome sui registri parrocchiali fà Toscano, ma tutti gli abitanti del paese li conoscono come Malavoglia. Questa famiglia (nonostante il suo soprannome) è composta da grandi lavoratori che possiedono una barca a remi, la Provvidenza, con la quale commerciano lupini per conto di zio Crocifisso, il loro capo avido, ipocrita e strozzino. Durante una delle sue uscite in mare verso la terraferma, Bastianazzo muore e la Provvidenza affonda con tutto il carico di lupini. I Malavoglia con la perdita della merce hanno un debito da estinguere di 200 lire, per cui zio Crocifisso dà il tempo per estinguerlo in due rate: la prima con scadenza a Natale e l' altra a Pasqua. Data la tragica notizia della morte del padre, il figlio maggiore che ha lo stesso nome del inonno paterno, è costretto a prendere le redini della barca di famiglia tornando in anticipo dalla leva obbligatoria, in cui viene sostituito dal fratello Luca, che poi muore durante la Terza Guerra d'Indipendenza. A seguito di questo nuovo lutto, la famiglia cade ancora di più in miseria ed è costretta al gesto estremo di mettere all' asta la loro residenza, la "Casa del Nespolo". Ma le disgrazie per i Malavoglia non sono ancora finite, perchè a causa dello scoppio di un' epidemia di colera anche Maruzza se ne va, lasciando a 'Ntoni il compito di prendesi cura del fratello minore e delle sorelle. I Toscano decidono allora di vendere persino la loro barca che nel frattempo era stata rimessa a nuovo e che era il loro unico sostentamento economico. 'Ntoni, lamentandosi in continuazione della profona miseria toccata alla famiglia, decide di partire da Trezza per cercare lavoro altrove. Al suo ritorno in Sicilia egli diventa irriconoscibile poichè si dà al bere e finisce in carcere per aver ucciso il brigadiere Don Michele. L' ultimo in famiglia a morire è Padron 'Ntoni, ormai anziano, che chiede di non morire in casa ma con dignità all' ospedale. Il romanzo si conclude con Alessi intento a maritarsi con una ragazza di nome Nunziata e con 'Ntoni deciso ad andarsene definitivamente da Trezza perchè ormai la sua reputazione è compromessa. Un romanzo meraviglioso anche se un pò triste, che mi ha fatto appassionare ad uno degli scrittori più rilevanti dell' Ottocento italiano, che ha dato la prova di sapere scrivere opere commoventi, profonde e significative.

'NTONI GUARDA IL MARE PER L'ULTIMA VOLTA PRIMA DI ANDARSENE DA TREZZA


LADRI DI BICLETTE

Ormai non c'è più niente da fare, ormai mi sono perdutamente innamorata della corrente cinematografica neorealista, che tra l'altro piace anche ad un mio caro amico che me l'ha consigliata. Questo film narra le vicende di Antonio Ricci, un disoccupato in fila davanti al Comune per ottenere un posto di lavoro come attacchino municipale. Per poter percorrere il tragitto tra casa e lavoro ha però bisogno di una bicicletta e la moglie Maria per ottenerla è costretta a vendere persino le lenzuola del letto. Ottenuta la bici, Antonio è pronto per iniziare il suo nuovo impiego dopo aver accompagnato anche il figlio Bruno che svolge il lavoro di benzinaio. Il suo primo giorno non va proprio a gonfie vele, perchè un ladro gli ruba la bici nuova ed è costretto ad inseguirlo fino a Porta Portese, ma non riesce a raggiungerlo perchè il ladro è ormai lontano. Rientrato a casa dopo questa brutta giornata, egli inventa con il figlio la scusa che la bici si è rotta e la moglie lo esorta a cercarla. Da quel momento rintracciare il responsabile del furto diventa per il protagonista un' ossessione ed egli chiede informazioni sul ladro alla prima persona che incontra. Alla fine riesce a trovarlo, ma per mancanza di altri testimoni oltre a lui, non può portarlo a processo. Inoltre anche Antonio non resiste alla tentazione di rubare una bici incustodita e solo il pianto del piccolo Bruno che commuove i carabinieri lo risparmia dall' arresto e fa ritorno a casa insieme al bambino.